La Bufala dei Cosmeceutici: cosa dice la legge?


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Ultimamente in veste di consumatrice, appassionata e blogger, ma anche nella più riconosciuta veste di Beauty Consultant, ho sentito parlare spesso di "cosmeceutici", chiedendomi di cosa esattamente si stesse parlando. Da poco ho persino avuto a che fare, per lavoro, con un marchio che si autodefinisce "cosmeceutico" pur non essendo distribuito tramite canali farmaceutici, il che mi ha provocato una grande curiosità sull'affidabilità effettiva del termine: di che cosa, esattamente, si parla quando si definisce qualcosa "cosmeceutico"? In cosa si differenzia dai tradizionali cosmetici?

European Commission Public Health

Documentandomi un pochino, aiutata da chi di legislazione farmaceutica (e affari regolatori) si intende molto più di me, ho scoperto che, in effetti, il termine "cosmeceutico" non è affatto regolato da leggi che ne indichino l'affidabilità, la funzionalità o anche, più semplicemente, l'uso. In pratica i "cosmeceutici" dal punto di vista regolatorio (cioè, per la legge) non esistono e un prodotto può dunque essere o un cosmetico (Regolamento (CE) n. 1223/2009):
qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l'aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei;
 oppure un farmaco (Direttiva 2001/83/EC):
a) ogni sostanza o associazione di sostanze presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane; ob) ogni sostanza o associazione di sostanze che possa essere utilizzata sull'uomo o somministrata all'uomo allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche, esercitando un'azione farmaco-logica, immunologica o metabolica, ovvero di stabilire una diagnosi medica.

In effetti quando si parla di cosmeceutici spesso si intende parlare di cosmetici attivi in profondità nella pelle, suggerendo sempre in modo più o meno esplicito che possano esercitare qualche effetto curativo: non è così, per definizione un cosmetico non può avere finalità terapeutiche, non può interferire con le attività dell'organismo per correggere una condizione patologica, ma tuttalpiù, come abbiamo visto sopra, migliorare o preservare l'aspetto estetico.

Nel dubbio, nel caso di prodotti borderline la cui classificazione potrebbe effettivamente essere dubbia, la legge vuole che essi vengano trattati come un medicinale (vd. art.2.2 della direttiva 2001/83/EC), con tutto ciò che ne consegue: lo sviluppo di un farmaco richiede in media 12 anni e costi che oscillano da svariate centinaia di milioni a 3-4 miliardi di euro, senza contare le numerosissime restrizioni alla commercializzazione, al confezionamento, alla scelta del nome, nonché gli obblighi di vigilanza sulle reazioni avverse e tanto altro.

Ok: ora immaginatevi tutto questo applicato a un lucidalabbra cosmeceutico, o ad uno smalto cosmeceutico, entrambi magari con nuances all'ultimo grido: che valore avrebbero questi prodotti se uscissero sul mercato  dieci anni dopo essere stato concepiti, gravati da uno sviluppo costosissimo e da una marea di vincoli legali?
Per i farmaci il gioco vale la candela (e neanche sempre...) perché rispondono ad un medical need, ossia alla necessità di fornire una cura a patologie più o meno gravi, perché usufruiscono di canali di commercializzazione specifici, e perché possono godere di periodi di patent exclusivity e data protection che tutelano almeno in parte il ritorno di investimento. Ma un lipgloss? Uno smalto per unghie?!

Tuttavia sembra che qualcuno possa creare un cosmetico in grado di sfuggire alle norme in vigore, che vedono cosmetici e farmaci distinti e distinguibili, semplicemente inventando una nuova definizione (cosmeceutico, appunto) ancora priva di regolamentazione...possibile?

Disinformazione e Slogan pubblicitari

Dal mio punto di vista, ora come ora e alla luce delle informazioni che ho raccolto, nella migliore delle ipotesi si tratta di una bufala messa in atto, da furboni che amano sfruttare disinformazione e faciloneria, in un momento di difficoltà del mercato, per fare colpo con slogan pubblicitari ad effetto. L'altra possibile interpretazione è anche peggiore: se non fosse una bufala, se questi signori dicessero la verità in merito alla funzionalità farmaceutica del loro prodotto, quanto vi fidereste della sicurezza di "cosmeceutici", provvisti di proprietà farmaceutiche ma immessi nel mercato senza i dovuti controlli previsti dalla legge e sfruttando zone grigie della legislazione?

Nessun cosmetico attualmente in commercio in europa può curare una condizione o modificare le attività fisiologiche del nostro organismo: in caso contrario o siamo di fronte a claim ingannevoli, o siamo di fronte a un prodotto che cerca di sfruttare un vuoto normativo promettendo delle azioni medicinali senza essere soggetto ai controlli necessari.

...di chi fidarsi?!

Vi invito a fidarvi solo di professionisti seri, per quanto riguarda il consiglio dei prodotti, ed a non farvi remore nel chiedere loro spiegazioni dettagliate in merito ai trattamenti che andrete ad acquistare: esistono moltissimi cosmetici, studiati per risultare funzionali su molti tipi di pelle, in grado di dare ottimi risultati visibili senza bisogno di intaccare salute e buonsenso!

Per quanto riguarda i cosmetici decorativi, smalti, lipgloss, illuminanti, fard e quant'altro, scegliete quelli che vi donano i risultati migliori, sicuri da allergie ed intolleranze, durevoli senza troppi ritocchi e piacevoli da usare. Molti marchi di alta fascia offrono prodotti di make-up performanti ed arricchiti da sostanze nutrienti, idratanti, fortificanti... solo che loro non li chiamano "cosmeceutici" perché non hanno bisogno di arrivare ai limiti della legalità per venderveli.

 

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